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Impegno e lungimiranza hanno segnato la tradizione vitivinicola della Val Trebbia?

Il profondo legame con la Val Trebbia è elemento distintivo e fortemente caratterizzante Cantine Bonelli.

La volontà di investire sul territorio e di valorizzarne la spiccata vocazione vitivinicola, puntando a sostenere i produttori locali, furono le leve che determinarono le scelte di Anacleto Bonelli, che affittò dapprima una ex cantina sociale a Perino e, in un secondo momento, una ex filanda a Rivergaro, paese dove tuttora sorge l’azienda, fondata nel 1946.

Un impegno che andava oltre l’esercizio dell’attività commerciale, ma che fu un vero e proprio progetto sociale di valorizzazione della vallata e delle sue risorse naturali e umane.

Fu proprio Anacleto a volere un vino che fosse simbolo della Val Trebbia e di cui riuscì ad ottenere la certificazione DOC nel 1975.

Parliamo del Trebbianino Val Trebbia DOC Colli Piacentini, il vino più rappresentativo dell’azienda proprio perché racchiude l’essenza del suo legame inscindibile con il territorio.

Il progetto di Anacleto fu condiviso e portato avanti dalle successive generazioni: a partire dagli anni Cinquanta, i tre figli maschi – Anselmo, Carlo e Censo – iniziano ad affiancare il padre nell’attività, dando una prima svolta importante nella storia dell’azienda grazie alla variazione del metodo di lavorazione del vino non più tramite fermentazione naturale in bottiglia, ma secondo il metodo Martinotti-Charmat, tutt’ora utilizzato.

La terza generazione che da diversi anni ha sostituito la seconda nella gestione dell’azienda, affiancata dalla quarta generazione già da qualche anno coinvolta direttamente nelle attività di produzione, porta avanti ogni giorno i valori storici della Cantina, puntando al rispetto dell’ambiente, coniugando tradizione e innovazione e investendo in azioni di formazione volte al continuo sviluppo e crescita di una realtà che ha segnato la storia della produzione vitivinicola della Val Trebbia.